martedì 13 settembre 2011

Analisi della colonna sonora del film: LA VITA E' BELLA

“La vita è bella” è un film del 1997.
Diretto da un magistrale Roberto Benigni che è anche interprete principale, insieme alla moglie Nicoletta Braschi.
Non è semplice identificare un genere per questo film, ma potremmo definirlo una commedia drammatica. Infatti, se in una prima parte del racconto, ambientato in Toscana nel periodo fascista agli esordi dei primi sfoghi razziali di corrente nazista, troviamo il protagonista Guido Orefice (Roberto Benigni), ebreo allegro, spiritoso e felice di vivere, alle prese con avvenimenti “comici” e romantici, come: il corteggiamento della sua amata Dora (Nicoletta Braschi), inseguimenti in sella ad una bicicletta, battute, scherzi e prese in giro; nella seconda parte la coppia si è in fine sposata e ha avuto un bambino, il piccolo Giosuè. Ormai messe in atto quasi tutte le leggi antisemite, il racconto sprofonda in un alone di angoscia e tristezza sempre mitigati e spezzati da sketch comici; la famiglia viene deportata in un campo di concentramento e verrà quindi smembrata. Guido cercherà in tutti i modi di trasformare, agli occhi del figlio, quel incubo in un gioco con premio finale. In fine proprio l’ultima notte prima della liberazione da parte dell’esercito americano, Guido, cercando di salvare il figlio e di ritrovare la moglie, viene ucciso. Ma nonostante tutto Giosuè e Dora si ritroveranno nella strada di ritorno verso casa, il bambino ignaro di tutto l’accaduto, abbraccerà la madre ridendo felice e urlando: “abbiamo vinto!”.

Commovente e appassionante, questo film non solo ha rapito i cuori del pubblico italiano, ma è giunto fino in America vincendo persino 3 Oscar, tra cui “migliore colonna sonora”.
Compositore e direttore d’orchestra de “La vita è bella” è Nicola Piovani, celebre autore di colonne sonore di svariati film.
Piovani ha lavorato con i migliori registi del cinema italiano quali: Federico Fellini (per il quale ha composto le musiche de “La voce della luna” nel 1990, vincendo anche un Nastro D’Argento, probabilmente risale a questo lavoro la sua conoscenza con Benigni), Giuseppe Tornatore (ne “il Camorrista” 1985), Nanni Moretti (in “la stanza del figlio” 2001) e svariati altri film di successo dello stesso Benigni (“Pinocchio” del 2002 e “la tigre e la neve” del 2005, per entrambi riceverà un Nastro D‘Argento per la miglior musica).
Ricorrente brano del film, orchestrato dalla AMIT (Accademia Musicale Italiana) e diretta da Piovani, è l’omonimo “La vita è bella”, che avrà diverse versioni lungo tutta la durata della storia, fungendo da demarcatore tra gli episodi (il tema lo ritroveremo anche per un tratto in “Guido e Ferruccio”, altro brano del film e in “l’arrivo del carro armato”, in cui si richiama, tramite il rullante e la tromba, una marcia militare), vi è anche una versione cantata in cui è ascoltabile la meravigliosa voce di Noa, celebre cantante israeliana.
La scelta dei brani è adattata perfettamente alle esigenze del testo filmico, anche perché tutte le musiche originali, composte quindi apposta per il film (come “buon giorno principessa”), rispecchiano l’anima, le sensazioni e gli stati d’animo del protagonista e sono, dunque, di funzione motorio-affettiva, a volte anche comunicativa.
Tra i brani vi è anche una musica di repertorio, la “Belle Nuit” (o “Barcarolle”) di Jacques Offenbach, che avrà la funzione di “canzone dell’innamoramento” tra Guido e Dora e, mentre le musiche di Piovani saranno esterne al racconto perché espressione dell’interiorità dei personaggi, quest’ultima verrà sempre ascoltata come una musica interna alla scena (prima in un teatro in cui rappresentano l’opera da cui è tratto il brano, cioè “Les Contes d'Hoffmann”, e poi verrà rimessa, come disco in un grammofono, da Guido per farla sentire alla sua amata lontana).

Vorrei concludere con una citazione del poeta Heinrich Heine che disse: “dove finiscono le parole, inizia la musica”. Per fortuna anche per i film questa è un’importante verità.

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