Pensavo a come le paure, razionali e non, non solo ci accompagnano per tutta la vita (in certi casi trasformandosi anche in "tic" o azioni involontarie).. ma amumentano man mano che si cresce.
non so di preciso se sia dovuto al fatto che si prende coscienza del "pericolo" di certe cose.. del affrontare tutto con una consapevolezza diversa dei rischi e delle implicazioni a cui potrebbe portare una certa situazione.. dell'uscire da un mondo "favoloso" in cui si crede che nulla di brutto possa accaderci e toccarci.. o semplicemente dovuto al fatto che con più esperienze si impara che anche la cosa che può sembrare più innoqua possa portare al dolore.
non ricordo quando sia nata la mia paura del buio.. ma ancora adesso prima di entrare in una stanza accendo sempre la luce perchè mi infastidisce non vedere cosa ho davanti, ma ricordo esattamente da dove è nata la paura verso i ragni.. ricordo l'esatto istante.. sfogliando un libro che parlava di insetti e leggendo che gli aracnidi sono velenosi, la già odiosa sensazione di schifo che mi provocavano quei mostriciattoli a 8 zampe con i peli disgustosi si è trasformata in vero e proprio terrore.
ma la paura verso il mare profondo?.. parlo di quella profondità quasi nera.. in cui si vedono solo dei raggi di luce che sembrano partire da un fondo che non si vede neanche sforzando la vista al massimo. Da piccola mi divertiva.. sorridevo al pensiero che potesse essere una discoteca per pesci e stavo ore immersa a fantasticare.. adesso non riesco a tuffarmi senza qualche attimo di titubanza.. e non riesco a rimanere a mollo in quel nulla per tanto senza sentirmi a disagio ad un certo punto.
forse troppi film.. forse troppa cronaca.. non saprei..
Il ManiTesto
"Se la libertà di stampa significa qualcosa, significa il diritto di dire alla gente ciò che non vuol sentirsi dire"G. Orwell
giovedì 5 gennaio 2012
martedì 1 novembre 2011
Recensione "Insidious"
"Insidious" film horror del 2010 diretto da James Wan (Saw - l'enigmista).
interpreti: Patrick Wilson (Il fantasma dell'Opera), Emmy Rossum (The Day After Tomorrow).trama: tipica famigliola, apparentemente felice, si trasferisce in una enorme villetta in cui cominciano ad accadere cose strane, rumori dalla soffitta, oggetti fuori posto, porte cigolanti che si aprono sole. il figlioletto più grande dopo una caduta entra in coma e da questo momento in poi gli strani avvenimenti si faranno più continui ed inspiegabili.
film deludente e banale, con finale ancora più scontato.. peccato per il regista che non riesce a restare all'altezza del suo primo lungometraggio ("Saw - l'enigmista", appunto) con la quale aveva sorpreso il pubblico.
richiami scadenti a "Poltergeist - Demoniache presenze" di Tobe Hooper (non ancora chiaro se volute appositamente o dovute a mancanza di fantasia).
l'effetto sorpresa è praticamente nullo, non è chiaro se per la musica, che lascia intuire ciò che sta avvenendo, o per la banalità di certe scelte registiche.
noioso, sia che si veda da soli sia che si veda in compagnia.
voto: 2
ho trovato interessante un'unica scena,a cui però non riesco ancora a dare motivo d'esistere all'interno della storia (che inizia più o meno a 75:35 per finire a 76.25)
interpreti: Patrick Wilson (Il fantasma dell'Opera), Emmy Rossum (The Day After Tomorrow).trama: tipica famigliola, apparentemente felice, si trasferisce in una enorme villetta in cui cominciano ad accadere cose strane, rumori dalla soffitta, oggetti fuori posto, porte cigolanti che si aprono sole. il figlioletto più grande dopo una caduta entra in coma e da questo momento in poi gli strani avvenimenti si faranno più continui ed inspiegabili.
film deludente e banale, con finale ancora più scontato.. peccato per il regista che non riesce a restare all'altezza del suo primo lungometraggio ("Saw - l'enigmista", appunto) con la quale aveva sorpreso il pubblico.
richiami scadenti a "Poltergeist - Demoniache presenze" di Tobe Hooper (non ancora chiaro se volute appositamente o dovute a mancanza di fantasia).
l'effetto sorpresa è praticamente nullo, non è chiaro se per la musica, che lascia intuire ciò che sta avvenendo, o per la banalità di certe scelte registiche.
noioso, sia che si veda da soli sia che si veda in compagnia.
voto: 2
ho trovato interessante un'unica scena,a cui però non riesco ancora a dare motivo d'esistere all'interno della storia (che inizia più o meno a 75:35 per finire a 76.25)
mercoledì 26 ottobre 2011
Medea
Innamorata dell’aria e del vento è Medea. Con occhi socchiusi all’infinito.
Un sorriso gli inarca la bocca... ma pieno di sofferenza è il viso!
Innamorata della spuma del mare è Medea. Convinta che le onde possano portare lontano il suo dolore.
Chiede una risposta al mondo… che il mondo non sa dare… e rimane ferma lì, con i capelli spettinati dal vento e dalla notte insonne, a guardare tutto e nulla.
Innamorata del fuoco è Medea. Si sente vicina alla sua irrequieta natura.
Tende una mano avanti a se… come per cogliere un pezzo dell’orizzonte. Ma è troppo lontano e le sue braccia deboli, dal troppo piangere, non sono di certo adatte.
Si tiene lontana dal suo imeneo... vaga sperduta in una terra che non è più sua… non riconosce più nulla intorno a se.
Solo la paura della solitudine l’accompagna. E il continuo ricevere notizie di cattivo auspicio la disarmano dalla sua forza di donna.
Innamorata dei suoi figli è Medea. Nel quale purtroppo rivede troppo il suo Amore. Eppure, così indifesi e piccoli, le ricordano anche se stessa.
Guardandoli, si rende conto di quanto sia facile spezzare la sua vita adesso. Di quanto in passato sia stato facile rovinargliela.
E seria, con la freddezza che è solo delle lune invernali, avanza a passo lento. Si avvicina a quelle creature, uniche testimoni del suo grande dolore.
Nella sua mente si rende conto che nessuno le starà vicina… ma la solitudine già la attanaglia da un po’…
Cammina e sente il suo respiro sottile che scandisce i passi lenti.
Innamorata della morte è Medea. Unica soluzione che le sembra efficace per seppellire per sempre il suo immenso dolore.
Occhi gonfi ancora dal pianto e dall’odio. Chiama i suoi figli… si inginocchia davanti a loro per abbracciarli e baciarli un’ultima volta…
sabato 22 ottobre 2011
Pancakes (ricetta)
Ingredienti
200 gr di farina
2 cucchiaini da tè di lievito in polvere
1/2 cucchiaino da tè di sale
1 cucchiaio di zucchero
2 uova
250 ml di latte
3 cucchiai di olio di semi vari
In un recipiente medio unire: farina, lievito, sale e zucchero. Mescolare e mettere da parte.
In un altro recipiente medio battere i bianchi d'uovo finchè diventano consistenti.
In un terzo recipiente medio, senza lavare lo sbattitore, battere leggermente i tuorli.
Mescolare bene il latte e l'olio.
Aggiungere i liquidi agli ingredienti solidi e mescolare finchè il composto è omogeneo ed aggiungere infine i bianchi d'uovo montati.
Ungere e riscaldare una padella di diametro medio a fuoco moderato.
Mettere circa 3 cucchiai del composto per pancake ottenuto nella padella. Distribuire fino ad ottenere un cerchio di circa 10 cm. di diametro.
Cuocere finchè la parte superiore fa bolle ed appare asciutta;
girare il pancake e cuocerlo dall'altra parte finchè si scurisce.
Mangiare caldi cosparsi di miele o sciroppo d'acero.:
200 gr di farina
2 cucchiaini da tè di lievito in polvere
1/2 cucchiaino da tè di sale
1 cucchiaio di zucchero
2 uova
250 ml di latte
3 cucchiai di olio di semi vari
In un recipiente medio unire: farina, lievito, sale e zucchero. Mescolare e mettere da parte.
In un altro recipiente medio battere i bianchi d'uovo finchè diventano consistenti.
In un terzo recipiente medio, senza lavare lo sbattitore, battere leggermente i tuorli.
Mescolare bene il latte e l'olio.
Aggiungere i liquidi agli ingredienti solidi e mescolare finchè il composto è omogeneo ed aggiungere infine i bianchi d'uovo montati.
Ungere e riscaldare una padella di diametro medio a fuoco moderato.
Mettere circa 3 cucchiai del composto per pancake ottenuto nella padella. Distribuire fino ad ottenere un cerchio di circa 10 cm. di diametro.
Cuocere finchè la parte superiore fa bolle ed appare asciutta;
girare il pancake e cuocerlo dall'altra parte finchè si scurisce.
Mangiare caldi cosparsi di miele o sciroppo d'acero.:
martedì 4 ottobre 2011
Dietro
Dientro ogni storia c'è un mondo,
Dientro ogni pazzia, un sogno..
Dientro ogni maschera, un uomo!
Dientro ogni pazzia, un sogno..
Dientro ogni maschera, un uomo!
giovedì 22 settembre 2011
Ribellione
Sospiri troppo tempo soppressi…
Onde dell’animo che s’ infrangono sulla spiaggia, ancora e ancora... con sempre più rabbia e violenza...
Gusto amaro in bocca di cose mai dette… pugni stretti a trattenere l’aria con angosciante persistenza!
Voglia di novità voglia di cambiamento… non più questa monotonia che sta stretta…
Ali spezzate e ora riparate, che hanno paura di spiccare il volo…
Insonnia da incubi o da sogni troppo agitati…
Parole non dette che si ammatassano in testa e nello stomaco… pronte a librarsi appena scoperto uno spiraglio!
Unghia graffianti, riposte dentro guanti di seta…
E manca la complicità di una compagnia… manca il sostegno dei pochi che fanno la differenza… e l’ozio prende il sopravvento… la paura di un fallimento…
Non poter essere un eroe… fa male!
Denti stretti lungo una strada buia e vuota… passi veloci tra fogli e volantini… il cielo grigio di oppressione…
Ed io che sono sempre la stessa… e mi odio per questo!
Mi sento chiusa in una gabbia da cui cerco di uscire da troppo tempo… ma ormai mi sento esausta, è come se mi fossi rassegnata…
Ma io voglio cambiare… rivoluzionare tutto… fare la differenza… almeno per me stessa!
Mi vedo con i capelli grigi al vento… una lacrima di rimpianti spezzata sulla guancia… singhiozzi di dissenso…
Un malessere che mi ha accompagnato tutta la vita… che ho evitato come la peste, ma che è stato sempre lì… pronto a ripresentarsi appena distratta…
E respiro quest’aria che sa sempre di nulla… e bevo quest’acqua che sa di sale… e il sole non riscalda, ma soffoca!
Le strade sono fredde e vuote… non una voce… ma un bisbiglio frequente e monotono nell’ orecchie.
I pochi passanti mi assomigliano… volti bassi e scontenti… ma cinici e rassegnati!
Odio quest’apatia, questa convinzione che tutto non possa cambiare… voglio essere un'altra persona… in un’altra epoca… con un’altra età… e magari riuscire a cambiare almeno me stessa!
Onde dell’animo che s’ infrangono sulla spiaggia, ancora e ancora... con sempre più rabbia e violenza...
Gusto amaro in bocca di cose mai dette… pugni stretti a trattenere l’aria con angosciante persistenza!
Voglia di novità voglia di cambiamento… non più questa monotonia che sta stretta…
Ali spezzate e ora riparate, che hanno paura di spiccare il volo…
Insonnia da incubi o da sogni troppo agitati…
Parole non dette che si ammatassano in testa e nello stomaco… pronte a librarsi appena scoperto uno spiraglio!
Unghia graffianti, riposte dentro guanti di seta…
E manca la complicità di una compagnia… manca il sostegno dei pochi che fanno la differenza… e l’ozio prende il sopravvento… la paura di un fallimento…
Non poter essere un eroe… fa male!
Denti stretti lungo una strada buia e vuota… passi veloci tra fogli e volantini… il cielo grigio di oppressione…
Ed io che sono sempre la stessa… e mi odio per questo!
Mi sento chiusa in una gabbia da cui cerco di uscire da troppo tempo… ma ormai mi sento esausta, è come se mi fossi rassegnata…
Ma io voglio cambiare… rivoluzionare tutto… fare la differenza… almeno per me stessa!
Mi vedo con i capelli grigi al vento… una lacrima di rimpianti spezzata sulla guancia… singhiozzi di dissenso…
Un malessere che mi ha accompagnato tutta la vita… che ho evitato come la peste, ma che è stato sempre lì… pronto a ripresentarsi appena distratta…
E respiro quest’aria che sa sempre di nulla… e bevo quest’acqua che sa di sale… e il sole non riscalda, ma soffoca!
Le strade sono fredde e vuote… non una voce… ma un bisbiglio frequente e monotono nell’ orecchie.
I pochi passanti mi assomigliano… volti bassi e scontenti… ma cinici e rassegnati!
Odio quest’apatia, questa convinzione che tutto non possa cambiare… voglio essere un'altra persona… in un’altra epoca… con un’altra età… e magari riuscire a cambiare almeno me stessa!
martedì 13 settembre 2011
Recensione M*A*S*H
Film del 1970 di Robert Altman, tratto dal romanzo di Richard Hooker, che ha poi ispirato, per l’enorme successo ottenuto, una serie televisiva omonima.
Vincitore di una Palma d’oro e di un Premio Oscar, vanta un cast veramente eccezionale (anche se molti di loro erano ancora ad inizio carriera): Donald Sutherland (Piazza delle cinque lune, Orgoglio e pregiudizio); Robert Duvall (Deep Impact, John Q); Elliott Gould (American History X, Ocean’s 11/12/13); Tom Skerritt (Top Gun, Whiteout).
Trama: il titolo M*A*S*H (che sarebbe l’acronimo di Mobile Army Surgical Hospital) già fa intuire che ci troviamo in territorio di guerra, precisamente in Corea (scelta chiaramente allusiva, dato il periodo, per denunciare la guerra del Vietnam e “smitizzare” la figura dell’eroico soldato americano). I personaggi della storia sono tutti dottori, chirurghi e ufficiali dell’esercito USA inviati in questo “ospedale da campo” in cui opereranno si con bravura e dedizione ma ciò fa da contorno alle loro vicende comiche. Infatti, gli scherzi verso superiori e colleghi, i nomignoli che si affibbieranno e i loro atteggiamenti d’insubordinazione saranno i veri “protagonisti” del film.
Il bello di questo film è che non si vede (forse come un po’ ci si aspetta) la solita comicità demenziale americana.. anzi.. molto spesso bisogna cogliere la sottile ironia di una battuta detta quasi con nonchalance. Le situazioni comiche si creano in uno stato goliardico che è abbinabile a tutti gli ambienti da “camerata”.
L’unico “difetto” che ho constatato nel film è l’audio.. essendo in presa diretta delle volte viene difficile sentire perfettamente quello che dicono (soprattutto considerando che è girato spesso all’aperto o dentro delle tende da campo.. ma i momenti in cui ho avuto più difficoltà a sentire l’audio sono stati quando parlavano dal megafono).
Ci sono anche delle scene in cui più personaggi parlano contemporaneamente, cosa che solitamente crea un po’ di confusione all’interno di un film in questo invece credo proprio sia inserito apposta per dare un tocco “realistico” (oltre che nelle scene in cui Radar, un personaggio che chiaramente prende il nomignolo dalla capacità di captare ciò che dicono gli altri anche a distanza o prima ancora che lo dicano, parla sopra il suo sergente maggiore).
In se per se la trama non è eccezionale.. possiamo più definirla come uno “spaccato” di vita da campo militare in versione comica. Perché il film inizia con l’arrivo del capitano Falco e del capitano Duke e finisce quando questi ricevono la lettera di congedo per tornare a casa..
La regia è geniale! Il montaggio perfetto! Anche la scelta di alcune inquadrature serve a rendere le situazioni ancora più divertenti.
La colonna sonora è parte integrante del racconto, non esterna come a enfatizzare stati d’animo o preannunciare reazioni, si sentirà esclusivamente dagli altoparlanti della radio militare o suonata direttamente dai personaggi.
Iscriviti a:
Post (Atom)